"C'erano quelli che leggevano e poi c’erano gli altri.
Ci si accorgeva subito se uno era un lettore oppure no.
Tra gli esseri umani non c’è differenza più grande."
I bambini di Himmler" è un racconto intenso e affascinante che esplora la violenza silenziosa insita nei regimi totalitari e la brutalità di ideologie folli come quella nazista. Ma, più di tutto, è una celebrazione della forza delle donne, capaci di affrontare l'inimmaginabile per proteggere ciò che amano. Al centro della storia ci sono Renée e Helga, due donne dai destini apparentemente lontani ma intrecciati dalla crudeltà della guerra e dal controverso progetto Lebensborn. Renée è una giovane madre francese, in fuga da un passato che la condanna. La sua unica colpa? Aver avuto un figlio da un soldato nemico. Cercando un rifugio sicuro, approda a Heim Hochland, una clinica tedesca che promette protezione e stabilità. Helga, invece, è il perfetto esempio della donna fedele al Reich: crede profondamente nella missione nazista e nel disegno di Himmler, al punto da assumersi il compito di garantire che a Heim Hochland tutto proceda secondo gli ideali del regime. La struttura sembra immune dagli orrori della guerra e tra le sue mura regnano ordine, abbondanza e serenità, ma sotto questa superficie impeccabile si nasconde una realtà inquietante: a Heim Hochland solo i bambini ritenuti perfetti sono accettati, mentre quelli che non soddisfano i criteri imposti dal regime vengono scartati. Tuttavia, con l'avvicinarsi degli Alleati, il fragile equilibrio della clinica si incrina, portando alla luce tensioni e violenze nascoste. In questo contesto, Renée e Helga si trovano di fronte a scelte impossibili, messe alla prova dalla violenza che le circonda e da un sistema che non lascia spazio all’umanità.